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Umidità relativa

Ricordiamo il concetto di umidità assoluta e umidità relativa: La possibilità di acquisire vapore da parte dell'aria ha un limite fisico. Ogni metro cubo di aria può "sopportare" solo una certa quantità di vapore. Pertanto, tutta la quantità in eccesso si trasforma di nuovo o si deposita come acqua allo stato liquido o solido (ad es. pioggia, neve, nebbia, acqua di condensa, ecc.). Il contenuto assoluto di vapore per cui si raggiunge una saturazione dipende in maniera decisiva dalla temperatura dell'aria. L'aria calda può assorbire una quantità considerevolmente maggiore di vapore dell'aria fredda. Ciò fa parte anche della nostra esperienza quotidiana, basti pensare ad esempio che asciughiamo i vestiti umidi con il calore.

Quindi l’aria a 20°C può contenere fino a 17,3 grammi di vapore per metro cubo. Questo valore di saturazione corrisponde al 100% di umidità relativa. Se un termoigrometro mostra a 20°C un’umidità relativa di 50%, questo significa che in ogni metro cubo di aria è contenuta una quantità di vapore pari al 50% di 17,3 grammi, ovvero 8,65 grammi assoluti. Da queste considerazioni deduciamo che l’aria esterna (più fredda) è sempre più secca di quella degli ambienti interni riscaldati. Esempio: Il termometro esterno misura -5°C con umidità relativa dell’80%. L’aria contiene perciò solo 3,3 gr/mc x 80%=2,6 gr/mc di vapore (umidità assoluta). Internamente invece vengono misurati 20°C con 50% di umidità relativa, che corrispondono chiaramente ad una maggiore quantità di vapore (17,3 gr/mc x 50%=8,6 gr/mc). In definitiva, con ogni mc di aria si disperdono con la ventilazione 8,6-2,6=6 grammi di vapore dall’edificio.




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